Comunità Femminile e Minori

La comunità

Dite:
È faticoso frequentare i bambini,
avete ragione.
Poi aggiungete:
perchè bisogna mettersi al loro livello, abbassarsi,
inclinarsi, curvarsi, farsi piccoli.
Ora avete torto.
Non è questo che più stanca.
È piuttosto il fatto di essere obbligati a innalzarsi fino
all'altezza dei loro sentimenti.
Tirarsi, allungarsi, alzarsi sulla punta dei piedi...
per non ferirli.
J. Korezack
La Comunità Femminile è una Comunità Residenziale che accoglie donne poliassuntrici (sostanze stupefacenti, alcool, nuove droghe) con o senza figli, offre un progetto terapeutico di carattere psico-sociale della durata media di due anni; la fascia di età prevista per l'accoglienza delle donne va dai 18 ai 50 anni anche in regime di arresti domiciliari e di affidamento sociale ai Servizi, mentre per i minori l'inserimento è previsto dai 0 a massimo 7 anni.
Possono entrare anche donne in stato di gravidanza.
Si accolgono persone in regime farmacologico metadonico a scalare o a basso mantenimento.
La Comunità femminile può ospitare fino a 21 utenti tra adulti e minori, il programma di recupero ha durata base di 24 mesi e viene concordato prima dell'ingresso con i Servizi invianti: Ser.T per le donne , Servizi Sociali Minori per i bambini.
Questa struttura è stata inaugurata il 26 maggio 1996 alla presenza dell'allora Presidente della Repubblica On. Oscar Luigi Scalfaro.

Caratteristiche dell' utenza e delle sue reti

Il nostro progetto si rivolge ad una utenza molto complessa perché composta da nuclei che vedono la presenza di adulti tossicodipendenti e minori e questo ha un risvolto significativo nella costruzione della mappa del Sistema dei Servizi competente ad occuparsi di questa tipologia di casi.
La presa in carico di ogni singolo caso deve presupporre la reale condivisone della cultura dell'intervento di rete e della psicologia di comunità.
Il lavoro di rete può essere considerato un'attività di sviluppo della conoscenza centrata sulla forza delle interazioni sociali tra fornitori di aiuto, formali o informali, che occupano posizioni eterogenee e molteplici nei confronti di chi si trova in stato di bisogno.
L'intervento di rete consiste in un lavoro di concerto tra Servizi diversi che si occupano della stessa situazione di sofferenza conferendo in un Progetto Comune con obiettivi specifici.
L'inserimento in Comunità dell'adulto tossicodipendente e del minore prevede l'intersecazione di relazioni plurime, il loro contesto familiare, socio-culturale e gli Enti istituzionali quali il Servizio Sociale Minori, il Ser.T, il Tribunale dei Minorenni, l'Istituto per Minori, Casa di accoglienze, Casa Famiglie ecc...
L'ingresso del minore in Comunità solitamente avviene in contemporanea con la madre, a volte capita che la madre entri prima del figlio per valutare meglio il suo grado di motivazione per inserire poi il bambino a valutazione avvenuta; in altri casi ancora il minore per volontà dei Servizi Sociali non entra mai in programma comunitario con la mamma ma si preferisce lasciarlo ai nonni, zii, o inviarlo presso una famiglia affidataria.

Essere donna in comunità

Quello che per noi è sempre stato fondamentale è la possibilità di creare un luogo, inteso come sistema di relazioni fra ospiti ed equipe, in grado di riconoscere l'esistenza di una identità femminile diversa da quella maschile per poi costruire percorsi operativi adeguati e mirati sulle necessità di ognuna.
Ogni diversità ha una sua autenticità esistenziale che deve essere ricercata attraverso "il mettere nell'angolo" i pregiudizi, gli strereotipi, gli assiomi ideologici.
Se non si crede nel DIRITTO ALLA DIFFERENZA NELL'UGUAGLIANZA non si può far altro che svalutare ogni diversità creando gravi distorsioni nella relazione educativa.
Parlare di un Mondo al Femminile non significa edulcolorare la femminilità ma accettare le sue peculiarità comunque in relazione con le particolarità del genere maschile.
Affermare semplicemente uguali diritti per uomini e per donne significa non rispettare la realtà di genere e le diverse esigenze: i due Soggetti hanno una diversa relazione con il mondo dei sentimenti, con il corpo, con la sessualità, con il linguaggio.
Proporre il Progetto di Comunità in grado di accogliere donne tossicodipendenti, tenendo conto dell'identità di genere femminile, significa anche e soprattutto puntare alla costituzione di una equipe consapevole dei suoi preconcetti affinché possa "sospenderli" nella relazione educativa.
Analizzando i modelli organizzativi e le metodologie di trattamento di Comunità Terapeutiche di riferimento per molta parte delle esperienze italiane in questo settore, è possibile vedere impostazioni più aderenti alla cultura maschile; organizzazioni molto simili a quelle delle strutture militari e spesso guidate da figure carismatiche rappresentanti la "forza nominativa del Padre" ha avuto risvolti non sempre positivi nell'aggancio terapeutico delle donne con problemi di dipendenza.
Le donne tossicodipendenti manifestano spesso non solo gravi ferite psicologiche nel rapporto con la figura paterna ma anche forme di forte dipendenza dalla figura maschile in genere.
In tal senso si rende necessario una organizzazione della Comunità Terapeutica ed un ripensamento di alcuni metodi di trattamento in funzione della specificità dell'universo femminile.
L'analisi della devianza femminile è purtroppo ricca di stereotipi più che di analisi scientifiche ad esclusione di alcune recenti riflessioni che oscillano tra una visione sessuata degli atti criminosi ( prostituzione, aborto, adulterio...) e atteggiamenti di comprensione paternalistica ( donna vittima di...).
Dalla nostra esperienza nell'ambito dell'emarginazione e della devianza "al femminile" emergono le difficoltà delle donne a riconoscere e ad esplicitare i propri bisogni e a percepirsi come un sé autonomo, diverso, con una dignità pari a quella dell'uomo.
L'obiettivo primario della Comunità è quello di aiutare le donne con problemi di dipendenze a riconoscere i loro bisogni profondi attraverso un percorso di aumento della consapevolezza ed un lavoro di raccordo tra passato - presente e presente – futuro, tra realtà e fantasia con l'intento di risvegliare la parte migliore di se stesse.