Progetto Transgender
Transgender e tossicodipendenza
"Corriamo verso di noi,
e per questo siamo l'essere che
non può mai raggiungersi..."
J.P. Sartre La Comunità Terapeutica "Il Sorriso" attraverso il Progetto Aria intende offrire attraverso un gruppo di operatori costituito da psicologi, educatori e personale qualificato alla pari, un sostegno educativo-psicologico e riabilitativo nei confronti di tutti quei soggetti affetti da patologia da dipendenza da sostanza stupefacenti e psicotrope che al contempo manifestano una confusione relativa alla propria identità di genere, alle persone che intendono iniziare l'iter di riassegnazione chirurgica del sesso, alle persone che hanno già effettuato la transizione verso il sesso opposto.
La Comunità per Transgender può accogliere fino a 8-10 ospiti adulti (MtF –FtM) affetti da tossicodipendenza o alcolismo, in fascia di età compresa tra i 18 e i 45 anni anche in regime di arresti domiciliari e di affidamento sociale ai Servizi.
Si accolgono persone in regime farmacologico metadonico a scalare o a basso mantenimento.
Il programma di recupero ha durata base di 24 mesi e viene concordato prima dell'ingresso con i Servizi invianti.
Attività e obiettivi
L'insieme delle attività previste nel programma terapeutico della Comunità "Il Sorriso" hanno l'obiettivo di favorire un'evoluzione negli individui orientata a facilitare sia la capacità di aderenza alla realtà, l'assunzione di responsabilità, di modalità di relazione e di comportamento che consentano lo sviluppo di processi creativi e realizzativi adeguati sia la possibilità per ognuno di esplorare ed eventualmente intervenire sulla propria identità di genere confusa e spesso non accettata.
Il cuore dell'intervento terapeutico si articola in interventi di assessment psicologico-educativi che possono essere integrati con il percorso endocrinologico e chirurgico qualora venga richiesto dall'utente e qualora ve ne siano le opportunità progettuali e logistiche.
La richiesta del paziente e i relativi tempi d'attuazione sono valutati in relazione alla storia della persona, alla effettiva possibilità di realizzazione, nonché alla stabilità della decisione e alla reale conoscenza del percorso di adeguamento in tutti i suoi aspetti: psicologici, medici, chirurgici e medico-legali.
Il percorso terapeutico prevede colloqui che intendono indagare la posizione del soggetto rispetto all'area dell'identità di genere ed offrire una possibilità di ascolto e di condivisione delle esperienze che hanno contrassegnato il loro percorso esistenziale.
Le attività proposte per conseguire gli obiettivi indicati sono molteplici e vengono realizzate sia a livello INDIVIDUALE attraverso colloqui terapeutici di sostegno, di conoscenza, motivazionali, di verifica; sia a livello GRUPPALE attraverso attività strettamente psicoterapeutiche, ergoterapiche, educativo-riabilitative, socio-culturali, ricreative e sportive.
Attività psicoterapeutiche
È questa un'attività di autoconoscenza introspettiva ed elaborativa che consiste in colloqui individuali e attività di lavoro di gruppo a cadenza regolare settimanale in cui si affronta la dimensione conflittuale e di relazione con la struttura, il limite, le regole, il gruppo dei pari, è quindi finalizzata ad aiutare gli individui e il gruppo ad elaborare in modo sistematico e continuativo la propria esperienza in Comunità, le difficoltà che incontrano e ad analizzare le implicazioni istituzionali sia individuali sia di gruppo, con cui sono confrontati nella vita di Comunità.
In specifico, relativamente al lavoro terapeutico in gruppi, si propone di analizzare le modalità con cui i partecipanti si rapportano ai diversi momenti della vita in Comunità, evidenziando atteggiamenti e modelli di comportamento che, inconsapevolmente, sono messi in atto, rispetto uno stile proprio ed originario di comportamento che si attua nel contesto del quotidiano, nei rapporti interpersonali, nei confronti dell'autorità e della realtà circostante. La finalità specifica è quella di prendere consapevolezza dei propri vissuti ed elaborarli collegandoli sull'asse temporale passato- presente-futuro, per comprenderne meglio il significato profondo. Questa nuova e più vasta coscienza di sé costituisce la base per sviluppare e fare proprie modalità nuove di pensiero e di comportamento nell'affrontare la vita.
Gli operatori dell'equipe della Comunità sono punto di riferimento per il gruppo di utenti per realizzare le verifiche sul progetto individuale, sull'adattamento alla vita di Comunità e per le verifiche con la rete familiare, sociale e con il mondo del lavoro.
Questo tipo di attività è specificatamente centrato sul verificare la capacità di tenuta rispetto ai compiti e agli obiettivi partendo dal dato reale, concreto, dell'esperienza dentro e fuori la Comunità.
Tutte le attività di carattere educativo – riabilitative sono condotte da operatori qualificati dell'equipe della Comunità e sono principalmente finalizzate a favorire:
- La riabilitazione dall'uso/abuso di sostanze e da stili di vita comportamentali promiscui e trasgressivi.
- La facilitazione nel percorso di autodeterminazione e di consapevolezza del proprio genere di appartenenza e di una eventuale transizione all'altro sesso.
- La socializzazione e la comunicazione propria e con gli altri rispetto alla coerenza nella vita della Comunità.
- La responsabilizzazione comportamentale attraverso il prendere coscienza di sé, delle proprie risorse e dei propri limiti.
Inoltre il tutto sarà supportato da:
- Colloqui di assessment psicologico, nell'accezione latina di "assidere, sedere accanto", con l'obiettivo di fornire una valutazione attraverso la comprensione "empatica" del problema dell'altro oltre che all'analisi ed al bilancio dei limiti e delle risorse disponibili.
- Attività di consulenza, diagnosi, interventi psicologici e psicoterapeutici in collaborazione con il M.I.T. (Movimento Identità Transgender) di Bologna
- Interventi di informazione sul territorio nell'ottica della multidisciplinarietà e della costruzione di una rete efficace con associazioni e movimenti.
L'eterogeneità dei soggetti che potrebbero accedere al Progetto della CT "Il Sorriso" fa sì che il modello di intervento vada comunque riadattato di volta in volta, tenendo conto di alcune variabili soggettive della relazione che emerge con il paziente. Il gruppo di lavoro si muoverà sperimentando un modello di intervento flessibile, in cui l'operatore di riferimento valuta un percorso più individualizzato rispondente ai bisogni del soggetto. L'operatore insieme al paziente, rifletterà su quale sia soluzione più idonea. In alcuni casi potrebbe risultare sufficiente un solo ciclo di colloqui di assessment con gli esperti in altri, un percorso psicologico più lungo teso ad approfondire le tematiche emerse.
Una prima relazione con il soggetto può, quindi, aiutarlo ad indagare i vissuti della complicata vicenda che lo vedono coinvolto e per dargli/le un assaggio di come può essere il lavoro successivo, eventualmente accettando un lavoro più lungo.
Da recenti studi si evince che il percorso psicologico risulti necessario in tutte le fasi della transizione che implicano il confronto con forti cambiamenti: dall'inizio della terapia ormonale, all'esperienza del real life test, fino all'intervento chirurgico.
È importante che lo psicologo possa aiutare la persona in ogni fase del delicato processo di transizione.
La possibilità di garantire un sostegno psicologico risulta fondamentale per affrontare le paure che possono essere presenti rispetto all'imminente intervento chirurgico: c'è chi nutre timori per l'intervento chirurgico, la terapia ormonale o l'ospedalizzazione, così come accade di fronte a qualsiasi altro intervento chirurgico di tipo invasivo.
L'intero processo di riassegnazione chirurgica del sesso, implica, come tutti gli interventi chirurgici, il confronto con ansie e preoccupazioni che accompagnano la persona.
Sulla base di quanto affermato, si intende pertanto, chiarire come il lavoro dell'equipe sia principalmente motivato dall'esigenza di offrire una forte incidenza terapeutica e medica nel supporto e sostegno a quanti si confrontano con la doppia problematica della tossicodipendenza e dell'identità di genere.
Attività ergoterapiche
Le attività lavorative rispondono all'esigenza di stimolare nell'utente l'assunzione del senso del dovere, del senso di responsabilità individuale e di gruppo, coinvolgimento della volontà e la verifica delle proprie capacità manuali.
In questo senso, il lavoro in Comunità, è un'esperienza formativa.
Le attività ergoterapiche che sono normalmente quelle di laboratori di assemblaggio, manutenzione, orto, giardinaggio sono seguite dal Responsabile dell'Area Tecnica e si esplicano solo nella fascia mattutina della giornata (dalle 8.30 alle 12.00 ).
Attività culturali - sportive - ricreative
Sono previsti momenti anche di tipo ricreativo – culturali, attraverso la visione di documentari e filmati di carattere storico – scientifico, letture di quotidiani e settimanali, visite a musei, città, programmazione di gite, giochi, visione di spettacoli.
Nell'intento di favorire il recupero fisico sono previste diversi tipi di attività sportive attraverso l'utilizzo di una palestra attrezzata, lo sport è considerato un grande e importante veicolo terapeutico per il ripristino dell'equilibrio psico-fisico, dell'armonia relazionale, della spinta motivazionale e della cura del proprio corpo.